lunedì 7 novembre 2011

Una campagna: "Dichiariamo illegale la povertà"

La povertà e la disuguaglianza in ambito internazionale: i tranelli della politica internazionale - Francine Mestrum

Sono trascorsi oltre vent’anni da quando la Banca Mondiale iscrisse l’eradicazione della povertà ai primi posti dell’agenda politica internazionale. All’epoca molte persone, fra cui io stessa, furono molto sorprese e allo stesso tempo molto liete di costatare che le tanto vilipese istituzioni di Bretton Woods avessero finalmente sviluppato una coscienza sociale. Perché, negli anni ’80 vennero introdotti i ‘programmi di aggiustamento strutturale’ in tutti i paesi del Terzo Mondo alle prese con un debito estero troppo elevato e questa situazione aveva causato una vera e propria “strage sociale”: licenziamenti di massa, tagli ai servizi sociali quali il sistema sanitario e l’istruzione, abolizione dei sussidi agricoli, privatizzazione delle imprese statali, libera circolazione di beni e capitali… In America Latina, in Africa e in Asia le conseguenze furono: disoccupazione, crescita selvaggia del sommerso, afflusso massiccio di donne sul mercato del lavoro, e chiusura delle imprese che non erano in grado di far fronte alla concorrenza estera senza protezione.

Sintesi del documento preparato dalla delegazione italiana al decimo Incontro europeo delle persone in povertà

Questo documento riflette le discussioni avute nel corso di quest'anno dalla delegazione italiana al decimo Incontro europeo delle persone in povertà (Bruxelles, 13 e 14 maggio 2011). La delegazione e il gruppo di lavoro del CILAP EAPN Italia “Povertà e Partecipazione” hanno organizzato alcuni momenti di riflessione collettiva, coinvolgendo, oltre alla delegazione e al gruppo di lavoro, ex delegati, operatori sociali, altre persone che vivono o hanno vissuto la povertà e l'esclusione sociale. Nel complesso sono stati coinvolte in queste discussioni più di 100 persone. Osservazioni generali:

1. Nel mondo occidentale i meccanismi che regolano il mercato del lavoro sono tali che permettono di espellere facilmente coloro che non servono più, che “sono in esubero”: i lavoratori più anziani che avrebbero bisogno di essere formati, quei lavoratori a bassa qualifica il cui lavoro può essere svolto in altre parti del mondo a costo minore. La domanda che si pone è: “come e perché un mercato del lavoro che ha appena espulso un lavoratore dovrebbe reintegrarlo?”.

Dal monastero di Sezano

Silvano Nicoletto

Solo una parola per salutare ciascuno di voi con il più cordiale e fraterno benvenuto. Benvenute e benvenuti in questo luogo. La vostra presenza qui, oggi, non è dovuta al semplice fatto che c'è spazio per ospitare delle persone. Per noi, non siete persone qualsiasi, nessuno è una persona qualsiasi. Siete venuti da più parti. A vario titolo di impegno e di responsabilità, intendete offrire un contributo di pensiero, di analisi e di percorsi da praticare per prendere parte ad una lotta che ci sta a cuore. L'avventura che da qualche anno ci ha visto camminare insieme Monastero del Bene Comune (MBC) e Università del Bene Comune (UBC) ci ha portato a prenderci a cuore dei beni comuni, vale a dire di tutto ciò che sta alla base del Vivere Insieme degli esseri umani e di tutto il vivente. Così continuano in questo monastero le varie sessioni della Facoltà dell'acqua come bene per la vita di tutti, bene non disponibile alla mercificazione. Da qualche anno ci si dà appuntamento per la Scuola del Vivere Insieme che, appunto, assieme all'UBC, abbiamo affrontato i temi 
• conoscere la finanza per cambiarla
• liberare la conoscenza dalle logiche del mercato
• ri-cittadinare la città

Resoconto del 1° Seminario di lavoro del «Gruppo promotore»

1. Obiettivi dell’incontro

L’obiettivo dell’incontro del 29 ottobre é stato quello di esaminare e condividere le motivazioni che ci hanno spinto a lanciare l’iniziativa «Dichiariamo illegale la povertà» e, quindi,
a) identificare le ragioni strutturali che hanno condotto le nostre società a “vivere” ancora oggi con dei miliardi di esseri umani in stato di “povertà” (assoluta, estrema, relativa,di genere, economica, culturale, sociale, come esclusione, come miseria…..), e capire le ragioni del reale fallimento delle strategie/politiche e programmi di lotta contro la povertà (eliminazione, sradicamento, riduzione) di questi ultimi 40 anni;
b) ed, in secondo luogo selezionare i punti chiave strategici sui quali costruire le linee di forza dell’alternativa (l’illegalità della povertà e non dei poveri).